Unione Sarda del 20 novembre 2021
Emergenza droga Così è cambiata la criminalità sarda
Le sentenze aiutano a tessere trame, a capire quella criminalità che volta pagina, tutto d'un tratto. «Il bandito del Nuorese ha compreso subito che il commercio di droga era un'operazione molto conveniente», dice Mauro Mura, procuratore della Repubblica di Cagliari fino al 2015. «In un'intercettazione ambientale dei primi anni Novanta, in una conversazione tra alcuni personaggi del centro dell'Isola, si parla di investire i soldi ricavati da un sequestro di persona nel traffico di sostanze stupefacenti». È la linea di demarcazione, il momento in cui la malavita sarda cambia passo, abbandona i rapimenti e vira sulla droga. L'Anonima isolana amplia gli orizzonti, incontra la criminalità organizzata. «Adesso la produzione di marijuana è una costante nelle nostre campagne: sta venendo a mancare il tipico controllo del territorio, così si dà spazio all'arrivo di organizzazioni criminali», precisa Mura. Studenti a rapporto Ieri mattina a Gavoi si è parlato di droga e criminalità organizzata, di una realtà criminale isolana in costante evoluzione. «Il fenomeno della droga sta diventando una vera e propria emergenza sociale», afferma Antonietta Mazzette, responsabile scientifico dell'Osservatorio sociale sulla criminalità. «Occorre prestare massima attenzione, a partire dalla scuola e dalla famiglia. Inoltre, abbiamo constatato come esista una saldatura tra la criminalità locale e quella organizzata di stampo mafioso». Gli studi avvalorano, confermano la sensazione ricorrente alla luce delle continue operazioni antidroga portate avanti negli ultimi tempi dalle forze dell'ordine. Non solo piazza dello spaccio: l'Isola diventa cuore pulsante della produzione di sostanze stupefacenti, hashish e marijuana in testa. Stando ai dati raccolti nel volume "Droghe e organizzazioni criminali in Sardegna", realizzato dall'università di Sassari, il traffico di sostanze stupefacenti è una prerogativa perlopiù italiana, con l'86 per cento delle persone coinvolte; gli stranieri sono il 14 per cento, soprattutto nigeriani ed egiziani, intercettati in più occasioni dalla Guardia di finanza. Primula rossa Il latitante Graziano Mesina simboleggia l'evoluzione della criminalità sarda. La conferma arriva dagli studiosi sassaresi, sentenze e intercettazioni ambientali alla mano. Il linguaggio muta, si fa criptico: svela nuove dinamiche, come si evince dalla sentenza che vede protagonista il bandito di Orgosolo. «"Il fieno è tutto spine": sono le parole che emergono da un'intercettazione, che Mesina usa per dire che la partita di droga è una partita sporca», spiega Romina Deriu, studiosa dell'università sassarese. «Le parole delle intercettazioni hanno permesso di creare un percorso. Aiutano a comprendere la formazione delle reti, i ruoli di potere e la definizione del denaro. La sentenza Mesina è paradigmatica, troviamo tutte queste dimensioni tra modernità e tradizione». Deriu aggiunge: «Le parole che gli autori dei reati utilizzano sono tratte dalla loro vita quotidiana. Così, la droga viene chiamata con i nomi più disparati: "terra, vitella, fieno, pastone per maiali". I corrieri invece talvolta vengono definiti "asini". Inoltre, si utilizzerà l'espressione "asino zoppo" per quell'inaffidabile corriere della droga, quell'uomo che non merita la fiducia della banda». Le frontiere della cannabis Le coltivazioni abbondano, spesso e volentieri il confine tra legale e illegale è alquanto labile. «A mio avviso servono regole chiare e serie, per poter ben distinguere tra quelle coltivazioni in regola, la cosiddetta "cannabis light", e quelle che in regola non sono e sfociano nella criminalità organizzata», afferma Mauro Mura. Antonietta Mazzette aggiunge: «Dalle nostre rilevazioni sta emergendo come accanto alle coltivazioni legali molto spesso ci siano pure quelle illegali. Personalmente ritengo che la terra debba servire solo per produrre cibo». Salvatore Lai, sindaco di Gavoi, conclude: «Combatteremo la droga a tutti i livelli: la nostra sfida è un modello di sviluppo comune». Gianfranco Locci RIPRODUZIONE RISERVATA
Gianfranco Locci
Vedi il servizio del tg di Videolina del 21 novembre 2021